Il decalogo dell'ospitalità

  1. Ama l’ospite come te stesso. Egli è il tuo prossimo.

  2. Attendilo con lusinghiera ansia, come si tratta il ritorno di un fratello, da terre lontane.

  3. Accoglilo a braccia aperte. Egli ti porta l’alite il saluto della civile convivenza vicina e lontana e l’eco delle vicende umane vissute, che sono fuori dal tuo orizzonte di vita.

  4. Allontana subito dalla sua mente il senso della soggezione e anche della paura che nasce spontaneo in chi affronta un viaggio in terre sconosciute.

  5. Adorna la sua stanza con i fiori più belli, e fai in modo che ogni civile comodità non gli manchi.

  6. Apri il cuore, la casa, il giardino e le terre all’ospite, che è quasi sempre un insaziabile amico delle cose belle, nuove e attraenti; in modo che il suo soggiorno diventi veramente piacevole.

  7. Accompagna l’ospite nei limiti delle tue possibilità, perchè mai si senta solo in questa nostra terra martoriata e diffamata, e abbia la sensazione e la certezza, che la Sardegna madre di eroi e di studiosi ha il culto supremo della gentilezza e dell’ospitalità.

  8. Ascolta ed esaurisci i suoi desideri con precisione e sincerità ed interessati perchè non subisca il più piccolo torto.

  9. Abbonda nelle comunicazioni delle più urgenti ed interessanti notizie locali, senza infingimenti.

  10. Alla partenza stringi la mano all’ospite e con quest’atto, come se fosse un giuramento, conferma il patto di amicizia, legando l’amico a te, alla tua famiglia, al paese e alla Sardegna, come il filo di un gomitolo invisibile ma ferreo che si snoda. Rendi efficiente questo filo durante l’assenza finché l’ospite non ritorni. Il filo si farà nuovamente gomitolo.

Dott. G.Manca, 1960

Nel 1960 il Dott. Giuseppe Manca pubblica il libro “Costa est sa Saldigna - Questa è la Sardegna - frutto della mia lunga dura solitudine“ aprendo il libro con un decalogo dell’ospitalità, tuttora attualissimo.

E voi cosa ne pensate?